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Road House, Recensione: un remake piacevole, ma poco memorabile

di Martina Bellantuono

Pubblicato il 2024-03-25

Road House è il remake del film cult del 1989 con Patrick Swayze. Vale la pena guardarlo?

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Road House è approdato su Prime Video lo scorso 21 marzo. Si tratta del remake de Il duro del Road House, film cult degli anni ‘80 con protagonista Patrick Swayze. La pellicola del 1989 prodotta con un budget di 15 milioni di dollari, ne incassò oltre 60 milioni.

Si sa che molti sequel, prequel, spin off o remake purtroppo non riescono a raggiungere i successi dei film da cui sono tratti, andando a “rovinare” la pellicola madre nel vano tentativo di allungare qualcosa che è già perfetto così come è. Ci sono certo delle eccezioni (come nel caso di Top Gun: Maverick) ma forse non è questo il caso di Road House, che intrattiene lo spettatore ma rimane poco memorabile.

Road House

La trama di Road House

Elwood Dalton (Jake Gyllenhaal) si è ritirato dalla UFC (Ultimate Fighting Championship) a causa di un incidente sul ring. Quindi per racimolare qualche soldo partecipa ad incontri clandestini. Qui viene notato dalla proprietaria di un Road House in Florida che gli propone di lavorare per il suo locale come buttafuori.

Dalton si trasferisce e intraprende la nuova attività che lo porta ad inimicarsi molte persone del paese, tra cui un clan malavitoso capeggiato da un boss che vorrebbe abbattere il locale per fini personali.

Road House

1989 VS 2024

Road House è diretto da Doug Liman, regista di Swingers, Edge of Tomorrow e Mr. & Mrs. Smith. Nonostante alcune discussioni con Amazon per la mancata distribuzione in sala, il film sta avendo un discreto successo sulla piattaforma.

Ci sono diverse differenze con la pellicola del 1989 a partire dal protagonista che lungo dall’essere un laureando in filosofia, è un lottatore professionista che non può dimenticare il suo tragico passato.

Road House

Un western mancato

Road House è un vero e proprio western. C’è l’eroe solitario che arriva nella nuova cittadina per combattere con il cattivo di turno appoggiato da tutta la comunità che si affida al forestiero. C’è anche il luogo prediletto per gli scontri, il Road House, e in mezzo c’è una donna da salvare.

Naturalmente non mancano le scene di azione vera e propria accompagnate dalla performance di McGregor, campione di UFC, che si ritrova a proprio nel vestire i propri stessi panni. Gyllenhaal, invece, ha una presenza fisica importante, e dà vita a un eroe un po’ acerbo e freddo, ma perfettamente nella parte. Qualche sprazzo di ironia completa poi la sceneggiatura. Il risultato però è un action movie piacevole da guardare la sera sul divano senza troppe pretese.

6.5
Road House non è un film perfetto. È sicuramente un western mancato, con l’eroe solitario che combatte il cattivo di turno del paese. Gyllenhaal è perfettamente nella parte, con una fisicità perfetta incarna questo tipo di eroe freddo e acerbo. Qualche battuta ironica completa poi la sceneggiatura. Il risultato però è un action movie da guardare la sera sul divano senza troppe pretese.

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