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Recensione

Il mio amico Robot, Recensione: La semplicità che commuove

Il candidato agli Oscar per il miglior film d’animazione è una toccante storia di amicizia

Autore
Francesco
Schinea
Il mio amico Robot, Recensione: La semplicità che commuove

Con i successi di film come Il ragazzo e l'airone e Spider-Man: Across the Spider-Verse, gli ultimi mesi sono stati decisamente proficui per il cinema d'animazione. La vera sorpresa arriva dalla Spagna, con uno dei film candidati agli scorsi Oscar che non era ancora approdato in Italia: Il mio amico Robot.

In sala dal 4 aprile, distribuito da I Wonder Pictures, Il mio amico Robot è l'esordio nel mondo dell'animazione del regista Pablo Berger (Blancanieves). Un debutto in gran parte efficace, grazie ad una storia in grado di arrivare dritta al cuore di ogni spettatore.

Il film è ambientato in una New York degli anni Ottanta abitata da animali antropomorfi. Qui seguiamo le vicende di un cane, Dog, che in preda alla solitudine costruisce un robot, con cui stringe un grande rapporto di amicizia. Ben presto però le strade dei due sono costrette a dividersi.

Il potere dei sogni e del ricordo

Il mio amico Robot è un titolo leggermente fuorviante rispetto all'originale Robot Dreams. Sono proprio i sogni a costituire la componente tematica più massiccia del film. Nella dimensione onirica i due protagonisti proiettano i loro desideri e paure. È attraverso i sogni che si superano i limiti fisici per essere l'uno accanto all'altro.

Questi si fondano però sulle esperienze già vissute, ed è in esse che si cerca conforto quando si è in preda alla solitudine, allo sconforto dovuto alla distanza. Non si può far altro che aggrapparsi ai ricordi felici, nell'attesa e nella speranza di costruirne di nuovi.

Non a caso risentiamo più volte suonare September degli Earth, Wind & Fire. Quel ritornello che recita "do you remember?", un invito a ricordare il passato. Il mio amico Robot vuole evocare, e al tempo stesso superare, la nostalgia per quei rapporti personali svaniti nel tempo. Perché sono le esperienze vissute che ci rendono ciò che siamo. Le amicizie vanno e vengono, ma un legame profondo può restare intatto nella memoria. E quei momenti felici diventano un rifugio sicuro in cui ripararsi.

Il mio amico Robot

Il mio amico Robot emoziona adulti e bambini

Il punto di forza di Il mio amico Robot è senza dubbio la capacità di coinvolgere emotivamente gli spettatori di ogni età. Ciò che colpisce è la sua semplicità. Quanto basta per suscitare un turbinio di emozioni, soprattutto nella parte iniziale e finale.

Più problematico, invece, il secondo atto, in cui diverse sequenze risultano ripetitive. Molto probabilmente, tagliarle dal montaggio finale avrebbe giovato al ritmo del film.

Inoltre Berger ha scelto di ricorrere ad un'animazione tradizionale coloratissima ma che non resta impressa. A questo si aggiunge la totale assenza di dialoghi. Una serie di decisioni che finiscono per appesantire la visione e non preparare adeguatamente ad un finale eccellente ed e estremamente toccante, che sembra ricordare diversi film, molto amati, degli ultimi anni.

Tanti piccoli difetti che impediscono ad Il mio amico Robot di raggiungere il suo pieno potenziale. Il consiglio è comunque di non perdersi questa delicata e commovente storia di amicizia e solitudine. Che attraverso le esperienze di Dog e Robot racconta anche la natura umana (e la cattiveria).

Il mio amico Robot
Il mio amico Robot, Recensione: La semplicità che commuove

6.5

Il mio amico Robot

Una toccante storia di amicizia e solitudine, candidata agli Oscar 2024. Con la sua semplicità, Il mio amico Robot riesce ad emozionare gli spettatori di ogni età, forte di riflessioni sulla natura umana e sui rapporti interpersonali, fugaci e profondi. Un potenziale che non viene però sfruttato fino in fondo. La scelta dell'animazione tradizionale e della mancanza di dialoghi, accompagnata da un secondo atto meno incisivo, finisce per appesantire la visione.